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brand identity TrattoAsTratto Alice Petrella cartolina, biglietto da visita e logo

Brand Identity

Brand Identity si traduce con identità di “marca”, termine generico e poco comprensibile, ma cosa significa davvero? A cosa serve e come averne una? E anche… me ne serve davvero una?

Ora cercherò di spiegarti cosa sia la Brand Identity e in quali casi per te è necessario averla.

Si ok… ma cos’è?

La Brand Identity è la tua identità, non la tua personale, ma l’identità del tuo lavoro/prodotto. È tutto ciò che lo identifica. Quindi, ciò che lo rende unico e distinguibile dagli altri prodotti/aziende.

Ne fanno parte:

Come puoi vedere, sono tutte specifiche dettagliate che vanno a definire con precisione l’identità di ciò che produciamo.

Ma andiamo per ordine, potresti trovarti in diverse situazioni, potresti avere già una tua identità, oppure doverne creare una nuova, come nel caso ad esempio tu sia un professionista che ha appena aperto la partita iva e vuole vendere i propri prodotti artigianali.

(devono sottostare sempre e comunque ad alcuni requisiti)

  • unicità
  • riconoscibilità
  • semplicità e chiarezza

Hai già una brand identity?

  • Rappresenta in modo chiaro quello che faccio/il mio prodotto?
  • È riconoscibile/chiaro/unico?
  • Rispecchia i miei valori aziendali/professionali?
  • Il “tono” della mia comunicazione è appropriato rispetto ai clienti (target) ai quali mi rivolgo?

Bene, se in qualche modo anche ad una sola di queste domande hai risposto con un NO, allora è il caso di prendere in considerazione l’idea di un restyling.

Nuova azienda o nuova attività?

Nel caso in cui tu stia aprendo una nuova attività allora di invito a fermarti e riflettere. Hai già definito tutti i punti visti sopra? Hai il tuo logo, la tua identità visiva ecc…? Se la risposta è SI allora sei pront@!

Ma se non è così o non completamente allora è meglio fare alcune considerazioni, che ti permetteranno di partire con il piede giusto fin da subito ed eviteranno scivoloni successivi!

Questa sezione ha lo scopo di informarti in modo generico, tratterò poi ciascun argomento in modo specifico in altrettanti articoli.


Deve preferibilmente rispecchiare o almeno richiamare il tuo settore o nel caso di un professionista può anche essere il nome dell’artigian@.

Ad esempio: io mio occupo di grafica ed ho scelto come nome del mio brand personale TrattoAstratto, può piacere o meno, ma riconduce chiaramente alla mia attività di grafica.


  • deve essere leggibile sia che sia molto piccolo che molto grande (bisogna prevedere anche la resa su fondo chiaro o scuro)
  • come il nome, anche il logo (il pittogramma nello specifico) deve rendere subito chiaro perlomeno l’ambito di cui ci occupiamo, può sembrare banale ma dobbiamo sempre ricordarci che mentre per noi è scontato, non è detto che gli altri sappiano di cosa ci occupiamo solamente dal nostro nome!
  • deve comunicare, essere “fresco” e unico ed essere contemporaneo (a meno che tu possieda un marchio storico, no a marchi elaborati che ricordano vecchie stampe o stickers anni ’80)

L’immagine coordinata rappresenta la totalità del lato “estetico” e di “comunicazione” dell’azienda/prodotto. Potremmo definirlo “l’abito” del brand, ma non solo, anche il tono di voce, il profumo indossato, il modo di camminare…

Ne fanno parte: biglietti da visita, carta intestata, brochure e volantini, logo, ma anche modo di presentarsi ecc…


Per quanto riguarda il colore ci sarebbe da aprire una grandissima parentesi, ma lo farò in un altro articolo. Per ora voglio lasciarti solo un piccolo spunto di riflessione tratto dai grandi brand che tutti noi conosciamo e riconosciamo istantaneamente. Oltre al logo i grandi brand sono riusciti a legare specifici colori che da soli li rendono riconoscibili.

Un esempio?

Se ti dico di indicarmi una nota bevanda il cui colore (attenzione non è nemmeno il colore stesso della bevanda!) è il rosso quale ti viene in mente? E se ti chiedo di un produttore di mobili giallo e blu?

Certo, sono grandi brand, ma ci insegnano come il colore, o una specifica palette cromatica possa (e debba!) renderci identificabili e quindi incrementare la nostra unicità.


Anche se può sembrare meno intuitivo, anche in questo caso valgono le stesse regole del colore. Sempre prendendo spunto dai grandi brand, ricordiamoci come molti di loro abbiamo reso il font utilizzato nel logo il loro tratto distintivo.


L’utilizzo di immagini fotografiche o di illustrazioni, sia che venga fatto sul sito aziendale, le brochure o altro materiale pubblicitario deve seguire una regola fondamentale, la coerenza.

Tutto deve risultare armonioso, sia per le dimensioni utilizzate (se ad esempio uso immagini inscritte in un cerchio per tutti i prodotti sul sito, dovranno tutte sottostare a questa regola) sia per colore, come ad esempio tipo di filtro utilizzato per virare le immagini.

E non dimentichiamo anche le illustrazioni, la coerenza visiva, comunica cura, attenzione, e aiuta a focalizzare l’attenzione sul messaggio, e non è proprio questo che desideriamo ad esempio in una brochure?


Ultimo argomento, ma non per importanza, il tono. Il tono è il modo in cui ti rivolgi al tuo potenziale cliente, per esempio dai del tu o del lei? Sei didascalico e spieghi ogni dettaglio del tuo prodotto oppure visto che ti rivolgi ad esperti nel settore usi terminologie molto specifiche?

Il tono della comunicazione deve rispecchiare ogni altro aspetto del nostro brand e della nostra identità, usarne uno sbagliato sarebbe come indossare un profumo molto forte in una riunione, chi ci sta ad ascoltare finirebbe per sentire solo quello!

Spero questo articolo ti sia stato utile e ti abbia aiutato nell’analizzare cosa funziona, ed eventualmente cosa no, nella tua brand identity.

È stato utile questo articolo?

Se ti sei accort@ di aver bisogno di un restying?
Vuoi una consulenza per partire con il piede giusto…?